si chiude il sipario

12 giugno 2009

Un pezzo della mia vita finisce qui. E non tornerà più. Perché due lauree possono bastare. Eppure già lo so, che mi mancherà. E neanche poco.

Svegliarsi la mattina presto che il tempo è prezioso e non si può certo passarlo a dormire. Le giornate passate a sottolineare e ripetere ad alta voce che altrimenti non entra nulla in testa. I millemila fogli di parole chiave che ogni giorno ne perdevo uno. Il mio evidenziatore blu inseparabile compagno di questi anni (sempre lo stesso, eh). Le ammirevoli creazioni mnemoniche a base di assurde associazioni mentali e improbabili storielle. Gli acronimi tecnologici informatici “che li conosci solo tu”. La conta delle pagine mancanti ogni quarto d’ora. Vola. Leggi in mente che se no si perde troppo tempo. La conta dei giorni all’esame. Dieci pagine in un’ora. L’abbiamo prenotato? I Doemi. La confusione tra paragrafi, che sono tutti uguali. L’ultimo capitolo è inutile, io lo salto. Lo svenimento fisso delle 11:15. Valeria che finisce la scuola. I sinonimi quasi uguali delle parole giuste. Gli esami di diritto. Le spiegazioni degli esercizi di economia. La vicina di casa amante della “bella” musica. Il cane abbandonato. Ma che può chiedere? Studiare perfino da un ebook. E dall’iPod. E al cinema. La casa sempre vuota. E chi c’ha la testa oggi. Gli esami buttati per attimi di follia. Le giornate passate a mandare messaggi senza capire niente dell’esame. I discorsi sugli uomini. Le lacrime che non si riescono a trattenere. Non si capisce niente. Latte e cereali. 29 gradi è troppo caldo, 28 fa freddo. Questo è inutile, non potrò mai ricordarlo. Natalia. L’abbigliamento per casa tua. La coperta di lana a luglio. La concentrazione di cose da fare dall’una alle tre. Lo svago del milionario. Tommaso alla mezza. Tommaso alle sette e mezza. Non sono gli amici, è la Vodafone. Ma non te ne vai mai? Ah, questo sta nella mia tesi! Ripetere camminando così forse è meglio. Respirare aria e libertà, ma solo fuori al balcone. I nidi di uccelli. I bambini allegri e festosi che ti irritano anche da lontano. Nonseiunveroamico. Ciao Luciano. Ciao Totore. Le api invadenti al settimo piano e le mosche educate al terzo. Imparare le frasi a effetto. Godere per la pioggia così nessuno esce. Le gonne di pezza. Lo shampoo flash. Gli sbadigli contagiosi. I tentativi di conciliare studio e musica. Lo zingaro. Besame mucho. Donne, è arrivato l’arrotino. Le domeniche “che stiamo veramente inguaiate”. No la luce no! La camomilla. Mi serve un altro mese. Che peccato. Ripassare alla fermata. Sul pullman. E in funicolare. Rambo e la fascetta. Ti odio perché ti chiami B. L’irrequietezza dalla C alla L. Ma quante I ci sono?! L’attesa snervante. Il raro stupore per lo stesso voto. E’ finita, è finita…

Alla mia unica e insostituibile compagna di studi e di vita. Che probabilmente senza di lei neanche ci sarei arrivata, fino a qui. Ti voglio bene


19 Maggio 2008

Questo vuoto dentro, questo macigno.

Questi anni che passano ma non passano mai.

La notte che fa paura, i sogni che rimangono solo sogni ma che sembrano esserci come non ci sono stati mai.

E poi questa realtà che vorresti diversa. Che forse sarebbe tutto un po’ più facile. E invece non lo è.