happiness

2 dicembre 2010

Piangere di felicità. Non mi ricordavo neanche che si potesse.
E lo voglio scrivere qui, per non dimenticarmene. Perché è tutto troppo bello per essere vero. E c’ho un’energia dentro che mi sento capace di fare anche le cose più impossibili. E riuscirai.
Ieri, oggi, domani: sorrido 🙂


in my mind

3 Maggio 2010

“Tutti abbiamo bisogno di qualcuno che ci guardi.
A seconda del tipo di sguardo sotto il quale vogliamo vivere, potremmo essere suddivisi in quattro categorie.
La prima categoria desidera lo sguardo di un numero infinito di occhi anonimi […]
La seconda categoria è composta da quelli che per vivere hanno bisogno dello sguardo di molti occhi a loro conosciuti […]
C’è poi la terza categoria, la categoria di quelli che hanno bisogno di essere davanti agli occhi della persona amata […]
E c’è infine una quarta categoria, la più rara, quella di coloro che vivono sotto lo sguardo immaginario di persone assenti. Sono i sognatori…”

Io lo so che tu mi guardi, da lassù. So che mi rimproveri quando rispondo male, che mi rassicuri quando sono nervosa, che provi a farmi tornare il sorriso quando sono triste. Mi dici di piangere ed io piango, nel silenzio, nella notte, bagnando di lacrime il cuscino sperando che dopo andrà meglio. So che in fondo sei fiero di me, della tua piccola cresciuta troppo in fretta, di quella bimba che già a 6 anni voleva cambiare il mondo, che passava ore intere a sognare ad occhi aperti, a fantasticare. Non era così che immaginavo il mio futuro, volevo continuare a guardarlo con gli occhi innocenti e l’animo spensierato di un bambino, ma no non è colpa tua, tu ce l’hai davvero messa tutta. E so che tutta questa forza che ho dentro, di cui spesso mi stupisco io stessa, me la dai tu giorno dopo giorno. Io lo so.
Ma ho paura, ho tanta paura. Ho paura di dimenticare la tua voce, ho paura di averla già dimenticata. Ho paura di dimenticare i tuoi sorrisi, il tuo modo di spiegarmi le cose, quelle carezze che mi facevano sentire protetta come se niente potesse farmi del male. Ho paura quando mi sento sola e non ti sento vicino, quando ti cerco e vorrei trovarti e invece non ti trovo. E io lo so che non devo avere paura, che devo lottare sempre, che questa vita in fondo vale la pena di essere vissuta, che i momenti brutti passano e le delusioni aiutano a crescere.
Lo so, ma stasera non ho tanta voglia di crederci. Perché mi rendo conto che tu ormai vivi solo nei miei ricordi. E mi manchi, mi manchi da morire. Ciao, papà.


Want

2 novembre 2009

Voglio
fare una cosa con la voglia di farla
essere in un posto senza desiderare di essere altrove
guardarmi intorno e capire di non essere sola
che il tempo, quello infinito, scorra veloce
stringere la mano di una persona
perché io so che voglio realmente solo quella mano
sorridere, sorridere…


24 ottobre 2009

…E rivorrei la vita di quando avevo 15 anni e tutto sembrava inaffrontabile ma non lo era.


how beautiful you are

1 ottobre 2009

Vuoi sapere perchè ti odio?
Bene, proverò a spiegartelo…
Ricordi quel giorno a Parigi
Quando vagammo sotto la pioggia
E ci promettemmo a vicenda
Che avremmo sempre pensato allo stesso modo
E sognammo quel sogno
Di essere due anime in una…
E ci fermammo appena il sole tramontò
E aspettammo la notte
Fuori di un edificio sfavillante
Di vetri sfavillanti e luci abbaglianti…
E nella strada davanti a noi
Era piantato un uomo stanco e ingrigito
Che teneva un bambino in braccio…
E tutti e sei gli occhi fissarono lo sguardo su di te
Gli occhi del padre dicevano
“Bella, quanto sei bella!”
Gli occhi del ragazzo dicevano
“Che bella, brilla come una stella!”
Gli occhi del bambino non pronunciavano nulla
Tranne una gioia muta e profonda
E riempirono il mio cuore di vergogna per noi
E il mondo in cui siamo…
Mi girai per guardarti
E leggere il mio pensiero sul tuo volto
E fissai lo sguardo così profondamente nei tuoi occhi
Così belli e strani
Finchè non parlasti
E mi mostrasti che comprendersi è un sogno
“Detesto queste persone che ci fissano, falle andare via da me”…
E questo è il motivo per cui ti odio
E per cui capisco
Che nessuno mai conosce o ama un’altra persona…

Robert Smith, The Cure


in need of

1 agosto 2009

Ho bisogno di partire. Non volevo, non ero in vena, a dispetto della mia inesauribile voglia di viaggiare. Mi angosciava l’idea, mi angosciava l’aereo, una città nuova, mi angosciava tutto. Restare ferma e immobile mi sembrava la cosa più indolore da fare.
E invece ora ne ho bisogno. Oggi ne ho bisogno. E non voglio tornare se tornare significa trovare di nuovo tutto così. Voglio tornare e vedere che davvero qualcosa che è cambiato, forse accorgermi che io sono cambiata. Voglio che quest’estate ritorni ad essere la mia estate, come doveva essere dall’inizio. Non questa che mi sta sfuggendo dalle dita.
Oggi ho bisogno di partire. Ne ho bisogno ora, adesso, più che mai.


pioggia

29 giugno 2009

Mi piace la pioggia. Mi piace il suo odore, la scia che lascia, il segno tangibile su tutto ciò che tocca, che sfiora.
Mi piace sentirne il rumore, guardare le gocce cadere, percepire la mia pelle bagnata.
Mi piace entrarci dentro e restare lì, come fossi parte di lei, come se il mio posto fosse quello da sempre, sentirmi viva. Come ora.


si chiude il sipario

12 giugno 2009

Un pezzo della mia vita finisce qui. E non tornerà più. Perché due lauree possono bastare. Eppure già lo so, che mi mancherà. E neanche poco.

Svegliarsi la mattina presto che il tempo è prezioso e non si può certo passarlo a dormire. Le giornate passate a sottolineare e ripetere ad alta voce che altrimenti non entra nulla in testa. I millemila fogli di parole chiave che ogni giorno ne perdevo uno. Il mio evidenziatore blu inseparabile compagno di questi anni (sempre lo stesso, eh). Le ammirevoli creazioni mnemoniche a base di assurde associazioni mentali e improbabili storielle. Gli acronimi tecnologici informatici “che li conosci solo tu”. La conta delle pagine mancanti ogni quarto d’ora. Vola. Leggi in mente che se no si perde troppo tempo. La conta dei giorni all’esame. Dieci pagine in un’ora. L’abbiamo prenotato? I Doemi. La confusione tra paragrafi, che sono tutti uguali. L’ultimo capitolo è inutile, io lo salto. Lo svenimento fisso delle 11:15. Valeria che finisce la scuola. I sinonimi quasi uguali delle parole giuste. Gli esami di diritto. Le spiegazioni degli esercizi di economia. La vicina di casa amante della “bella” musica. Il cane abbandonato. Ma che può chiedere? Studiare perfino da un ebook. E dall’iPod. E al cinema. La casa sempre vuota. E chi c’ha la testa oggi. Gli esami buttati per attimi di follia. Le giornate passate a mandare messaggi senza capire niente dell’esame. I discorsi sugli uomini. Le lacrime che non si riescono a trattenere. Non si capisce niente. Latte e cereali. 29 gradi è troppo caldo, 28 fa freddo. Questo è inutile, non potrò mai ricordarlo. Natalia. L’abbigliamento per casa tua. La coperta di lana a luglio. La concentrazione di cose da fare dall’una alle tre. Lo svago del milionario. Tommaso alla mezza. Tommaso alle sette e mezza. Non sono gli amici, è la Vodafone. Ma non te ne vai mai? Ah, questo sta nella mia tesi! Ripetere camminando così forse è meglio. Respirare aria e libertà, ma solo fuori al balcone. I nidi di uccelli. I bambini allegri e festosi che ti irritano anche da lontano. Nonseiunveroamico. Ciao Luciano. Ciao Totore. Le api invadenti al settimo piano e le mosche educate al terzo. Imparare le frasi a effetto. Godere per la pioggia così nessuno esce. Le gonne di pezza. Lo shampoo flash. Gli sbadigli contagiosi. I tentativi di conciliare studio e musica. Lo zingaro. Besame mucho. Donne, è arrivato l’arrotino. Le domeniche “che stiamo veramente inguaiate”. No la luce no! La camomilla. Mi serve un altro mese. Che peccato. Ripassare alla fermata. Sul pullman. E in funicolare. Rambo e la fascetta. Ti odio perché ti chiami B. L’irrequietezza dalla C alla L. Ma quante I ci sono?! L’attesa snervante. Il raro stupore per lo stesso voto. E’ finita, è finita…

Alla mia unica e insostituibile compagna di studi e di vita. Che probabilmente senza di lei neanche ci sarei arrivata, fino a qui. Ti voglio bene


pessimismo e fastidio

20 Maggio 2009

Ho detto tutto.


alla ricerca di

14 Maggio 2009

Cerco il mio posto nel mondo. Lo cerco, e nel momento In cui mi sembra di averlo trovato mi tocca ricredermi e fare tutto da capo, di nuovo. Io so cosa voglio, e sarebbe tutto davvero semplice se ciò che mi circonda me lo permettesse. E invece non è così. Ed è difficile, maledettamente difficile. In fondo lo so, lo so che sono ostinata, caparbia, e che alla fine in un modo o nell’altro avrò le mie soddisfazioni.
Ma stasera – stasera – vorrei solo chiudere gli occhi e sognare quel cielo blu, quelle stelle. Sulla mia pelle.